La festa di Sant’ Agata si svolge a Catania nei giorni 3 , 4 , 5, 12 febbraio e 17 agosto . In quei giorni la città dedica alla sua Patrona , una maestosa manifestazione dove sacro e profano si mescolano creando un evento veramente unico .
Considerata la terza festa Cristiana più popolare al mondo dopo la Settimana Santa di Siviglia ed il Corpus Domini di Cuzco , essa accoglie un gran numero di fedeli e turisti tanto da essersi guadagnata a partire dal 2002 , il titolo di bene etno-antropologico patrimonio dell’ umanità .
Mentre la ricorrenza del mese di febbraio è legata al martirio della “Santuzza” , quella di agosto rievoca il ritorno delle sue spoglie dopo che queste erano state trafugate a Costantinopoli .
Origini
La festa di Sant’ Agata si fa risalire al 252 D.C. (l’anno successivo al martirio) . In realtà , però, pare che tale festa sia nata antecedentemente .
Secondo alcune testimonianze , infatti , veniva celebrata prima della nascita di Agata , una festa pagana dove il simulacro di una vergine veniva portato in processione per la città da uomini vestiti di bianco.
Curiosità
Le candelore , ovvero i cerei lignei che vengono portati in giro durante le celebrazioni agatine , all’origine erano dei semplici ceri . Essi avevano lo scopo di illuminare il cammino dei fedeli , allontanandoli metaforicamente parlando , dalle tenebre .
Agli inizi , le candelore erano 30 . Successivamente si è arrivati all’attuale numero di 13 . Queste rappresentano le varie attività commerciali , il quartiere di San Giuseppe la Rena ed il circolo Sant’ Agata .
I fiori del fercolo sono sempre garofani . Rosa il 3 ed il 4 febbraio per simboleggiare il martirio , bianchi il 5 /12 febbraio ed il 17 agosto per attestare la consacrazione a Dio .
La tunica bianca che i devoti indossano (u saccu ) , rappresenta la camicia da notte che i cittadini indossavano la notte del rientro delle reliquie da Costantinopoli e con la quale , si precipitarono in strada per festeggiare il ritorno delle stesse .
Dal punto di vista gastronomico la tradizione vuole che in occasione della festa sulle tavole catanesi non possono mancare dei dolci .
Le olivette di pasta di mandorla e zucchero , ricordano un episodio di vita della “santuzza ” . Secondo il racconto , un giorno, mentre Agata scappava dai soldati romani si dovette fermare per allacciarsi una scarpa . Proprio in quel punto spuntò un albero di ulivo che con i suoi rami nascose la giovane .
” I minnuzzi ” , le cassatelle a base di ricotta , pan di spagna e glassa di zucchero a forma di mammella , simboleggiano il martirio a cui la Santa fu sottoposta .
Alla prossima
Viaggiandoviaggevolmente