Choeung Ek e Tuol Sleng …per non dimenticare

                                            Choeung Ek e Tuol Sleng ..per non dimenticare

Sono passati diversi mesi  dal mio rientro e fino ad oggi non sono riuscita a descrivere le tristi emozioni che hanno inondato il mio cuore durante la visita ai campi di sterminio ed al museo del genocidio …forse perché non vi è modo di trasmettere con le parole ciò che ho provato , di come mi sono sentita minuscola dinanzi alle atrocità che  il popolo cambogiano ha dovuto patire e che la  mia memoria storica  ha paragonato alle sofferenze degli  Ebrei .

I Khmer rossi guidati da Pol Pot  controllarono la Cambogia per quasi quattro anni  , un periodo interminabile durante il quale uccisero tre milioni di persone :bimbi , donne , intellettuali ,danzatrici ed altri ,  in virtù di una malsana idea . Il progetto che si erano prefissati ,era quello di colpire in modo particolare i ceti più ” illuminati ” della popolazione , riducendo  la stessa ad uno stato di schiavitù economica e culturale .

Choeung Ek  è appunto il luogo dove veniva deportata la gente per essere uccisa brutalmente …

Durante la visita sono rimasta profondamente colpita dalle fosse comuni , dove tutt’oggi basta una semplice pioggia a far riemergere i resti e i  brandelli di tessuto degli abiti indossati dalle  vittime  . Mi sono angosciata nel vedere lo Stupa della Pace dalle pareti in plexiglass  contenente una miriade di teschi  , o i tantissimi braccialetti del ricordo lasciati li , appesi , come simbolo

ma soprattutto le mie lacrime hanno iniziato a sgorgare copiose quando mi sono trovata innanzi al ” Killing Tree ” ovvero l’albero dove i bambini  dopo esser stati legati venivano uccisi  sbattendo il loro cranio contro il tronco

Choeung Ek e Tuol Sleng ...per non dimenticare

Toul l Sleng , invece , un tempo un liceo che la dittatura di Pol Pot nel 1975 trasformò in prigione chiamata S-21, è oggi un museo dove ho potuto  osservare le piccole celle , i letti , le macchie di sangue sui muri e sul pavimento …e poi tante , tantissime foto di uomini , donne , bambini con il volto segnato dal dolore causato dalle torture inflitte …

Sfinita e singhiozzante al termine del giro , mi sono avviata verso l’uscita dove ho incontrato  il signor Chum Mey un placido ottantenne , sopravvissuto alla prigionia .Nei suoi occhi ho scorto  un’infinita dolcezza ed un’immensa bontà , la bontà di chi riesce a perdonare .Non mi è  restato  che inginocchiarmi davanti a lui e chiedere scusa per tutto ciò che insieme alle numerose vittime , ha dovuto subire …

So che vi ho parlato di un qualcosa di molto triste , ma se vi recate in Cambogia visitate Choeung Ek e Tuol Sleng  …per non dimenticare .

Grazia by Viaggiandoviaggevolmente

 

 

 

 

Pubblicato da viaggiandoviaggevolmente

Santi e Grazia viaggiatori per passione

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